Con questo pezzo inauguriamo la rubrica del venerdì, "Vivere Ecologico". Con una novità in più, che speriamo diventi consuetudine. Non lo abbiamo scritto noi, l'ha fatto una di voi e noi con piacere le diamo spazio. Questa per noi è condivisione. Quindi, se avete un argomento che vi sta particolarmente a cuore, che conoscete molto bene, contattateci!
Tornando all'articolo, o meglio, al racconto di oggi, vi anticipiamo che verrete a contatto con una realtà poco o per nulla nota. "La gallina non è un animale intelligente, lo si capisce da come guarda la gente" cantava il vecchio adagio. Forse è giunto il momento di andare oltre questo luogo comune. Buona lettura!
Tornando all'articolo, o meglio, al racconto di oggi, vi anticipiamo che verrete a contatto con una realtà poco o per nulla nota. "La gallina non è un animale intelligente, lo si capisce da come guarda la gente" cantava il vecchio adagio. Forse è giunto il momento di andare oltre questo luogo comune. Buona lettura!
Ebbene ci sono riuscita. Da
giugno gestisco un’oasi per galline salvate dal macello e provenienti dagli
allevamenti intensivi. La passione per i pennuti, in particolar modo per questi
animali, nasce diversi anni fa, quando ancora ero una bambina e mi regalarono
un pulcino.
Questo pulcino era sempre con
me e mi seguì anche quando, arrivata l’estate, andai in vacanza. Siamo
praticamente cresciuti insieme e quando lui morì io avrei compiuto i 18 anni
pochi mesi più tardi.
Ho sempre pensato che non
avrei vissuto una favola così e quando, oramai 6 anni fa, adottai 2 pulcini
(Gino e Caterina) fu come vivere una seconda favola!
Caterina in particolare era
sempre con me, sulla mia spalla, anche una volta divenuta adulta e quindi
gallina.
Insieme siamo state
dappertutto: al mare, in montagna, in città, nei parchi, in giro per le città
d’arte e anche a fare la spesa, con lei accovacciata nella sua comoda cesta
dentro al carrello. Piangeva quando uscivo di casa, era uno strazio vederla
soffrire così per il distacco da me e quindi cercavo, non appena potevo, di
assecondarla e di starle sempre vicino e proteggerla.
E lei protesse me e mi consolò
in diverse occasioni. Quando ero triste o disperata mi prendevo la mia cucciola
tra le braccia e mi addormentavo con lei, tra le lacrime, e quando mi svegliavo
la trovavo ancora accovacciata sul mio petto.
Sin da bambina rifiutai la
carne, forse perché già fui svezzata da latto-vegetariana, e a otto anni decisi
di diventare vegetariana, scontrandomi soprattutto con mio padre che si arrese
solo dopo aver avuto il ‘via libera’ del nostro medico di base.
Mi occupo di pulcini e galline
sin da quando ero una bambina, perché venivo coinvolta e ‘responsabilizzata’in
questo dalla mia bisnonna e ogni volta che nascevano i pulcini dalle sue
galline mi incaricava formalmente di provvedere alla loro sicurezza e mi
informava sui pericoli in cui potevano incorrere. Dovevo accudirli e prendermi
cura di loro esattamente come si potrebbe fare con i fratellini più piccoli e
ricordo che mi prendevo cura di loro in maniera esemplare, preoccupandomi, pur
se io stessa così piccolina, se avessero freddo, o fame e cambiavo spesso loro
l’acqua per bere.
Oggi sono cresciuta, ho 36 anni,
ma la passione di accudire questi piccolini è rimasta viva in me. Per anni,
dopo che mi sono trasferita in città, non mi sono potuta prendere cura di loro,
poi un giorno, 6 anni fa, mi capitò l’occasione: una telefonata di un amico mi
avvertiva della possibilità di adottare due pulcini provenienti molto
probabilmente da un allevamento intensivo.
Mi precipitai, assieme al mio
ragazzo, e li adottammo immediatamente. Li chiamammo Gino e Caterina.
Per 6 anni ho cresciuto prima
una poi due galline come splendidi, dolcissimi e affettuosissimi animali da
compagnia, nel mio appartamento collocato nel verde del parco condominiale e
dotato comunque di un’ampia terrazza che io attrezzai con numerosi vasi di
terra, fiori, ciotole di acqua e pappa e varie ceste dove le mie cucciole
sovente si riparavano per fare il loro uovo. Apro una piccola parentesi
sull’uovo: per ogni gallina il suo uovo rappresenta tutto: simboleggia la
continuità della specie ed è fonte, se non fecondato, di calcio e nutrienti
specifici per loro, non per noi. Ogni singolo uovo costa fatica e immenso
dolore per la gallina e l’animale ne esce prostrato. Vivendo con loro così a
stretto contatto ho potuto cogliere aspetti che per altri possono risultare
nuovi, bizzarri o sconosciuti. Ma per me rappresentano il mio animaletto
domestico, che per personalità posso affermare essere esattamente a metà strada
tra il gattino e il cane.
Pensano in autonomia alla loro
pulizia quotidiana e ricercano la loro cestina con il cuscino pulito e la
lettiera come un gattino, ma sono anche affettuosi, fedeli e gelosissimi come
dei cani! Anzi, lessi un libro sugli uccelli: questi animali sono
permalosissimi e gelosissimi più di qualsiasi altro animale.
Prima di ottenere il posto
adatto ove creare questa dolcissima quanto singolare oasi, ho vissuto dunque
l’esperienza della gallina quale animale domestico che viveva con me nel mio
appartamento e insieme andavamo nei parchi almeno 3 volte al giorno, per lunghe
passeggiate, con la mia piccolina che mi seguiva, o stese insieme sul telo per
prenderci il Sole.
In questi anni ho avuto la
fortuna di collezionare vario materiale audiovisivo che resterà per me e per
chi in questi anni mi ha seguita con costanza in rete un caro ricordo.
Da giugno di quest’anno, da
quando è iniziato l’iter per ottenere la possibilità di realizzare un vero e
proprio rifugio, sto accudendo dieci galline ed è uno spettacolo vederle
crescere felici e vederle corrermi incontro saltando fuori da qualsiasi angolo
ogni volta che vado al rifugio, nonostante per il cibo ci pensi un’altra
persona, avendo orari strettissimi con il mio lavoro. Da me loro cercano solo
coccole e soprattutto coloro che ho accudito in prima persona perché avevano
patologie che necessitavano di cure veterinarie non perdono occasione per
dimostrarmi la loro gratitudine e non appena mi siedo mi salgono sulle
ginocchia e si accovacciano.
La gestione del rifugio al
momento spetta a me e a quell’angelo di mia nonna che sono riuscita a
convincere, nonostante la sua iniziale perplessità, ottenendone in prima
persona dei miglioramenti visibili sulla sua salute e sul suo umore. Dopotutto,
è un bellissimo ‘passatempo’ che ti fa stare all’aria aperta, ti tiene
impegnata e dà grandissime soddisfazioni soprattutto per l’immenso amore e
riconoscenza che riceviamo quotidianamente da questi animali che sono stati
salvati da situazioni tremende.
Il mio lavoro all’interno del
rifugio è modulato come segue: il mattino mi sveglio prestissimo e alle 7 e un
quarto sono già al rifugio per dare la prima pappa, cambiare le varie ciotole
dell’acqua e soprattutto pulire la cameretta dove hanno soggiornato tutte e
dieci durante la notte.
Le fasi successive spettano a
mia nonna: la ‘pappa’ delle undici e mezza e quella delle quattro. Dopodiché è
sempre mia nonna che si occupa di contarle tutte e di aspettare che siano tutte
entrate dentro la loro veranda per poi chiudere con il lucchetto. Resta a me
solo il compito, a tarda sera, dopo il lavoro, di riaprire il lucchetto e di
serrare l’apertura che dalla veranda porta nella loro cameretta in muratura,
affinché non entrino animali predatori e affinché siano più riparate dal freddo
della notte.
Questo rifugio rappresenta un
po’ una svolta. Si sono sempre considerati solo il cane o il gatto come animali
degni di tutela e con l’apertura di quest’oasi ho voluto lanciare un messaggio
forte: tutti gli animali possono essere nostri amici, tutti gli animali
meritano il nostro amore e la nostra protezione, perché non ci hanno mai fatto nulla
di male, al contrario siamo sempre stati noi a fargliene, senza alcuna vera
necessità.
Ho raccolto testimonianze le
più raccapriccianti di come i singoli contadini fossero soliti ammazzare questi
animali, a partire dalle forbici negli occhi aspettando che dagli occhi
fuoriuscisse tutto il sangue, sino ad arrivare alla recisione della gola, tra
lamenti, grida, terrore e sofferenze terribili.
Tutto questo non è più
necessario. Tutto questo può essere superato da una cultura nuova, da
un’esperienza di convivenza nuova. E spero con il mio rifugio di aver dato
l’esempio e l’idea per altri futuri rifugi per questi animali.
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Simona ci ha inviato anche un pensiero di addio per una sua amica pennuta. Abbiamo riflettuto sull'opportunità o meno di pubblicarlo, dato che è molto personale. Tuttavia alla fine abbiamo optato per il sì. Ci ha colpito molto il rapporto creatosi tra le due, che ci sembra così alieno ad un animale come la gallina. Ricordo distintamente, però, che solo fino a pochi anni fa lo stesso stupore si riversava sui conigli, oggi tranquillamente accettati nelle case per compagnia. Per quanto radicati, è sempre un buon esercizio sfidare i propri pregiudizi
La mia cucciola arancione…e con una personalità
forte, anche se nasce come pulcino con un occhio cieco e le era rimasto il
becco da pulcino anche da adulta, da gallina.
Ma la sua personalità era talmente forte che riusciva
ad imporsi lo stesso!
E come era gelosa… forse la bimba più gelosa che ho
avuto! Era gelosissima e voleva essere sempre al centro della mia attenzione,
voleva che la considerassi per prima altrimenti piangeva! Da piccolina piangeva
forte, da grande se mi vedeva accarezzare le altre si fermava a guardarmi
lamentandosi con il suo ‘e-e’ e poi quando io mollavo tutto e correvo a
coccolarla con la testina si avvicinava al mio collo e faceva le fusa.
Non Ti dimenticherò MAI cucciola mia adorata!!!
E quando sapevi che Te ne stavi andando, i Tuoi occhi
erano lucidi, forse piangevi perché sapevi che mi stavi dicendo addio e non mi
avresti più rivista!!
L’etologa mi disse che il motivo per cui in ultimo
non Ti facevi più prendere in braccio da mia nonna o mia mamma era perché Ti
eri talmente affezionata a me che avevi paura che gli altri membri della
famiglia Ti avessero portata via da me… e Tu invece eri fiduciosa che sarei
tornata a riprenderTi!
Ti
voglio un mondo di bene, cucciolina mia. Riposa in pace ora e, quando puoi o
vuoi, vienimi a trovare per farmi ancora compagnia sulla mia spalla e
consigliarmi e consolarmi come solo Tu sai fare...TVB. La Tua dada.
grazie di cuore a Tutti Voi... simona
RispondiEliminaGrazie a te Simona!
EliminaAnch'io da piccola cercavo di salvare gli animali, me li facevano vedere uccisi o durante l'uccisione, e io progettavo strategie di liberazione che poi cercavo di attuare, oppure celebravo funerali con foglie, fiori e riti privati...
RispondiEliminaIn bocca al lupo per il tuo rifugio! <3
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaè bellissimo quello che sei riuscita a fare per queste fantastiche creature!
RispondiEliminaUn abbraccio forte!!!