
Il suo interesse per il mondo animale non si era spento, ma attendeva ancora uno spazio in cui potesse esprimersi. Ad accendere l'interesse della donna per il mondo dei primati fu George Schaller, la cui lettura convinse la giovane ad autofinanziare nel 1963 un viaggio di sei settimane in Africa dal costo di 8000 dollari. Il sacrificio economico fu probabilmente ripagato dalle esperienze che la Fossey fece nel Continente Nero. Fu durante quel viaggio che fece la conoscenza prima con il dottor Louis Leakey e la moglie Mary in cerca di fossili in Tanzania e poi – soprattutto – conobbe i gorilla. I soldi finirono e il ritorno negli States fu inevitabile. Erano passati tre anni da quell'incontro in Tanzania, ma il tempo – come si suole dire – "fu galantuomo" perché riconobbe alla Fossey passione, coraggio e caparbietà. Nel 1966 Leakey offrì alla donna la possibilità di condurre un lungo studio sui gorilla africani, ovviamente in loco. E lei accettò.

In quegli anni prosegue l'attività di ricerca, che portano la donna a scrivere uno dei pilastri della manualistica sui gorilla, Gorillas in the Mist. Poi sopraggiunge una morte improvvisa nel giorno di San Silvestro. La donna venne uccisa con un machete il 26 dicembre del 1985 all'età di quasi 54 anni. Dian Fossey, abituata a chiudersi nella sua abitazione nelle ore notturne e ad usare prudenza nell'aprire la porta di casa, deve essere stata uccisa da persone che – così supporranno le autorità – doveva conoscere bene. All'inizio viene infatti arrestato tutto lo staff in cerca di esecutori o complici. Ad oggi non si sa ancora chi sia stato l'assassino della Fossey e i dubbi continuano a spostarsi dai bracconieri (il machete viene usato per uccidere i gorilla caduti in trappola). Nel Diario di un uomo-scimmia il neurobiologo-primatologo R. Sapolsky ipotizza che il mandante potrebbe essere stato lo stesso governo ruandese.
Anni dopo il lavoro di Dian Fossey resta, per giovani e vecchi zoologi, di vitale importanza. Il campo in cui lavorò la donna è oggi in fase di ricostruzione, dopo la guerra civile del 1994 che distrusse l'area e le comunità di primati lì ospitate, trasformando poi l'area in un campo profughi. I libri dedicati alla studiosa sono tanti, ma il lavoro più significativo è quello di chi ha continuato la sua opera, come Shirley McGreal che collabora con l'"International Primate Protection League" (IPPL) che coinvolse la stessa Fossey. Dopo la sua morte, le è stato dedicato un fondo destinato alla protezione dei primati, il "Dian Fossey Gorilla Fund International". La notorietà presso il grande pubblico, al di là del doodle di oggi, è giunta grazie ad un film di successo, prodotto dalla Warner Bros., Gorilla nella nebbia: la storia di Dian Fossey, in cui la studiosa viene interpretata da Sigourney Weaver, attrice di film successo come – il più recente – Avatar
(Fonti: Wikipedia, Natural Geographic, scienze.fanpage).
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